Il senso di autoefficacia a scuola

Vivere è apprendere. Ogni momento della nostra vita è il risultato di precedenti apprendimenti ed il presupposto per apprendimenti futuri. Il modo in cui noi percepiamo il mondo, assorbiamo atteggiamenti e valori, strutturiamo la realtà in cui viviamo, dipende in larga misura dal flusso di esperienze che costantemente ci lega all’ambiente, all’apprendimento.
A partire da questo si colloca il concetto di autoefficacia: la convinzione che la persona ha circa le proprie capacità di produrre quelle azioni necessarie per gestire adeguatamente le situazioni in modo da raggiungere i risultati prefissati e desiderabili.
A seconda del proprio livello di autoefficacia gli allievi influenzano in modo considerevole il modo in cui pensano, sentono, agiscono ed intervengono nell’ambito scolastico sulla loro motivazione all’apprendimento.
A questo proposito gli studenti, a seconda del loro senso di autoefficacia, si motivano ad apprendere in molti modi. Infatti essi determinano gli obiettivi scelti, la quantità di impegno, la perseveranza nelle difficoltà e la capacità di recupero rispetto agli insuccessi.

Da che cosa dipende il proprio senso di autoefficacia?

Ognuno di noi fonda le sue convinzioni di autoefficacia attraverso le esperienze di gestione efficace, l’esperienza fornita dall’osservazione dei modelli, la persuasione e gli stati emotivi e fisiologici.
Quindi anche i nostri figli credono di essere più o meno capaci di eseguire con successo un compito o un’attività scolastica a seconda di come elaborano e interpretano le informazioni acquisite attraverso il loro agire. A seconda delle proprie convinzioni di efficacia si determina in gran parte la qualità dell’apprendimento, delle prestazioni, dei successi scolastici con una relativa sensazione di benessere.

Perché è così importante avere un buon senso di autoefficacia?

Gli studenti che hanno una buona convinzione di efficacia personale tenderanno ad applicarsi molto nello studio, a perseverare nelle difficoltà e otterranno dei risultati scolastici positivi e di questo ne saranno gratificati. Questi probabilmente raggiungeranno posizioni di prestigio nel loro campo perché dotati di un inestinguibile senso di autoefficacia e della ferma convinzione del valore delle loro capacità in campo lavorativo.
Inoltre chi ha un senso di autoefficacia ottimistico sviluppa un senso di Sé positivo nelle prestazioni, gode di un adeguato benessere psicologico e raggiunge molti successi nella vita, attraverso un impegno di energia duraturo e considerevole.
Al contrario gli studenti che hanno un basso senso di autoefficacia tendono ad impegnarsi meno nelle attività scolastiche, a non perseverare di fronte a compiti difficili ottenendo, generalmente, degli scarsi risultati scolastici provando sensazioni negative. Probabilmente coloro che raggiungono dei risultati scarsi tendono a motivarsi poco nello studio e a sentirsi sempre meno efficaci. Queste persone, divenute adulte, probabilmente raggiungeranno nell’ambito lavorativo posizioni inferiori rispetto a chi ha un buon senso di autoefficacia perché dotati di scarse convinzioni di efficacia e perciò non credono in modo sufficiente di possedere delle adeguate capacità.
Inoltre chi ha un senso di autoefficacia pessimistico sviluppa un senso di Sé negativo nelle prestazioni, gode di uno scarso benessere psicologico e tende ad investire poca energia nel raggiungere l’obiettivo prefissato.

Chi influisce nella costruzione del senso di autoefficacia?

Nella formazione delle convinzioni di autoefficacia influiscono soprattutto le figure significative, quindi le figure genitoriali, gli insegnanti e il gruppo dei pari.
L’educatore, oltre al gruppo-classe, influisce moltissimo nel determinare il senso di autoefficacia degli studenti e che solo se l’insegnante eserciterà in modo adeguato il suo ruolo professionale, attraverso delle adeguate competenze personali, socio-affettive e relazionali, potrà facilitare un ottimale senso di autoefficacia negli allievi. Infatti all’insegnante occorrono sia competenze culturali e didattiche, indispensabili per consentire la conquista personale del sapere da parte degli alunni, sia competenze relazionali, indispensabili per interagire correttamente con i colleghi, i genitori e gli alunni ed in particolare per instaurare delle relazioni educative profonde, significative ed efficaci.
L’educatore influisce moltissimo nel potenziare il senso di autoefficacia dei propri alunni anche attraverso il modo in cui egli valuta e giudica il loro operato.
Al fine di apprendere in modo significativo è bene che l’insegnante stimoli gli allievi a un progressivo miglioramento delle loro prestazioni e che faccia loro comprendere che è possibile migliorare, come è naturale sbagliare.
Mi preme sottolineare che l’educatore in quanto tale deve possedere anche la capacità di coinvolgersi personalmente nella relazione educativa soprattutto perché solo entrando in relazione con gli studenti egli può comprenderli pienamente e profondamente.
L’ insegnamento in sé è un’attività di straordinario spessore morale, una delle più alte e creative dell’uomo: l’insegnante, l’educatore, il genitore, infatti, non scrivono su materia inerte, ma nell’anima dei propri alunni e dei propri figli.